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Conoscere l’escavatore gommato: le caratteristiche costruttive e le componenti
06/06/2024
Pubblicato da Redazione
La stretta parentela degli escavatori gommati con i fratelli cingolati suscita spesso dispute fra operatori. In realtà, si tratta di un contrasto ingiustificato: anche questi veloci tuttofare hanno il proprio “habitat” naturale e i loro punti di forza, che li rendono adatti a specifiche tipologie e condizioni di lavoro.
Alternativa agile e veloce ai fratelli maggiori cingolati, gli escavatori gommati se ne distinguono innanzitutto per il sistema di traslazione su pneumatici, singoli o gemellati a seconda dei modelli e degli allestimenti: a variare è naturalmente anche il carro, dotato di stabilizzatori per ottenere la massima sicurezza operativa sia in fase di sollevamento che di scavo e controllabili individualmente per livellare la macchina su terreni in pendenza, nonché di lama stabilizzatrice - utile anche nelle fasi di rinterro – la quale incrementa ulteriormente la stabilità della macchina.
Fondamentale, come per i modelli cingolati, è la scelta della tipologia di attrezzatura di lavoro con cui equipaggiare la macchina. Le opzioni disponibili sono anche in questo caso numerose, e comprendono l’attrezzatura monoblocco, attualmente la più diffusa, caratterizzata da un’architettura molto semplice che offre ottime prestazioni sia in termini di profondità che di raggio operativo; l’attrezzatura posizionatore, che si caratterizza per una maggiore flessibilità operativa e si fa apprezzare soprattutto in termini di altezze e distanze di lavoro, facilità e precisione delle manovre e un ingombro in rotazione molto contenuto; e l’attrezzatura per scavo laterale, che consente di traslare il piano di lavoro a destra o a sinistra della piattaforma.
La struttura della piattaforma, così come avviene per le versioni cingolate, è un tema su cui oggi i costruttori si confrontano con diverse filosofie di impostazione, tutte comunque generalmente efficaci. Altrettanto varie, e delicate ai fini della valutazione della macchina, sono le caratteristiche dell’impianto idraulico. Quattro, anche in questo caso, i suoi componenti fondamentali: il gruppo pompe, il gruppo distributore, il sistema di controllo e pilotaggio e il gruppo attuatori.
Per quanto riguarda il sistema di controllo, il coordinamento funzionale dell'impianto idraulico è oggi affidato ai computer di bordo. Circa i sistemi di pilotaggio, invece, fondamentale è ovviamente la sensibilità e precisione dei servocomandi. In linea generale, il circuito idraulico dei servocomandi dispone di una pompa dedicata, di un filtro che garantisce la pulizia dell'olio in circolo e di un sistema ad accumulo d'energia che consente la messa in sicurezza della macchina anche a motore spento; va osservato in ogni caso che la presenza di una pompa dedicata al circuito dei servocomandi non è indispensabile; esistono infatti sistemi di pilotaggio che prelevano olio direttamente dal circuito idraulico primario.
Veniamo, infine, alla cabina, elemento su cui si sono concentrate soprattutto negli ultimi anni le attenzioni dei costruttori nell’intento di creare ambienti di lavoro il più possibile confortevoli e, ovviamente, sicuri. Primo aspetto da curare è la visibilità, che deve essere il più possibile ampia e senza coni d’ombra, fonte di potenziali pericoli in fase di manovra; allo stesso modo, altro aspetto prioritario è la presenza di una leva generale di sicurezza, che impedisca l'azionamento accidentale dei comandi. Sul comfort influiscono innanzitutto le vibrazioni, in particolare quelle trasmesse dal motore e dall’impianto idraulico; la cabina va quindi adeguatamente isolata dalla piattaforma attraverso apposite sospensioni. Il posto di guida deve naturalmente essere a misura d'uomo: pedali e poggiapiedi devono quindi essere alloggiati in una posizione tale da non affaticare l'operatore, leve di comando e strumentazione devono essere a portata di mano, chiare e intuitive, e il sedile dotato di ampie regolazioni sia longitudinali che in altezza e inclinazione. Regolabili devono essere anche i braccioli e le leve dei servocomandi, in quanto ciò può influire notevolmente sulla sensibilità e precisione di manovra.
Le caratteristiche costruttive e le componenti
L’escavatore gommato condivide con le versioni cingolate, oltre a una innata versatilità, un’ampia libertà di configurazione delle sue componenti principali, che permette di calibrarne opportunamente le performance. Fra queste, in particolare, la base gommata, le attrezzature e la piattaforma, vero cuore operativo della macchina.
Anche gli escavatori gommati condividono con le versioni cingolate una serie di impostazioni di base e soluzioni tecnologiche sia sotto il profilo meccanico, sia per quanto riguarda la componentistica idraulica ed elettronica, sia infine per le metodologie di classificazione che, anche in questo caso, hanno come principali parametri di riferimento il peso operativo, la profondità e forza di scavo, la potenza installata e le dimensioni d’ingombro. A questi elementi di natura più prettamente prestazionale si affiancano una serie di peculiarità costruttive che riguardano più specificamente i componenti funzionali dell’escavatore; componenti che, anche in questo caso, sono identificabili in base gommata, attrezzatura di lavoro e piattaforma.
La base gommata
Il carro degli escavatori gommati condivide con le versioni cingolate alcune specifiche costruttive, pur differenziandosi evidentemente per la traslazione su pneumatici, singoli o gemellati a seconda dei modelli e degli allestimenti, nonché per la presenza degli stabilizzatori – necessari a garantire la sicurezza delle operazioni sia in fase di sollevamento che di scavo – e di una lama stabilizzatrice, utile anche nelle fasi di rinterro. I parametri costruttivi di riferimento sono anche in questo caso il passo, la carreggiata, la velocità di traslazione – che nel caso degli escavatori gommati costituisce un ulteriore punto di riferimento prestazionale, nonché uno dei loro punti di forza – e la configurazione geometrica del telaio, realizzata in modo da conferire alla macchina la necessaria resistenza alle sollecitazioni flessionali e torsionali.
L’attrezzatura e la piattaforma
Per quanto riguarda le attrezzature, cui abbiamo già fatto brevemente cenno, le architetture adottate sono sostanzialmente sovrapponibili a quelle già viste negli escavatori cingolati; cambiano naturalmente lunghezze, carpenteria e bilanciamenti in quanto la base gommata presenta, per sua natura, una stabilità di base inferiore a quella di una base cingolata e richiede quindi, fra le altre cose, una differente distribuzione dei pesi. Anche nei modelli gommati la piattaforma rappresenta il cuore operativo dell’escavatore, in quanto ospita cabina, motore e impianto idraulico. La sua impostazione funzionale – fatta salva la posizione della cabina e del contrappeso – può presentare numerose variabili. Due sono le possibili soluzioni: nella prima, il motore è disposto trasversalmente in un vano situato fra il contrappeso e il vano del distributore idraulico, con il gruppo radiatori sul lato cabina e il gruppo pompe sul lato opposto affiancato al gruppo dei serbatoi; nella seconda, il motore si trova in posizione rovesciata, e conseguentemente sul lato cabina si trovano serbatoio dell'olio idraulico, gruppo pompante ed eventualmente lo scarico del gruppo radiatori. Secondo parametro rilevante dal punto di vista funzionale è il raggio di rotazione posteriore della piattaforma, da cui dipende la capacità dell’escavatore di operare in spazi ristretti. Particolare successo hanno oggi le cosiddette configurazioni zero – tail, in cui la piattaforma rimane entro la sagoma dei cingoli per l’intero raggio di rotazione e che non richiedono particolari modifiche alla disposizione degli organi principali della macchina. Accessibilità e sicurezza completano i parametri generali della piattaforma: corrimano e pedane antisducciolo, cofanature e sportelli con ampie aperture e collocazione dei principali punti di controllo e manutenzione ad altezza facilmente accessibile da terra ne completano le caratteristiche standard.
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