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Conoscere l’escavatore gommato: le prestazioni

27/06/2024

Pubblicato da Redazione

  • Conoscere l’escavatore gommato: le prestazioni
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Anche la valutazione del comportamento sul campo degli escavatori gommati si impernia su alcuni parametri che rappresentano il banco di prova per eccellenza di questa tipologia di macchine operatrici. Profondità di scavo, forza di strappo, di penetrazione e di sollevamento guidano la scelta al mezzo più adatto. 

 

Anche se la configurazione degli escavatori gommati differisce in misura sostanziale da quella dei fratelli cingolati per un aspetto, la modalità di traslazione, che incide in misura importante sul comportamento e le performance della macchina, i parametri prestazionali in base ai quali il loro comportamento sul campo e la loro resa vengono valutati tendono sostanzialmente a coincidere. 

Un aspetto tradizionalmente molto considerato dagli utilizzatori, la profondità di scavo, è sicuramente importante anche per i modelli gommati, molto utilizzati nella posa in trincea dei sottoservizi, ma da valutare in un’ottica più ampia, che tenga opportunamente conto dell’intero arco di lavoro dell’escavatore idraulico. Quest’ultima espressione, in particolare, descrive il massimo percorso descritto dal dente della benna per effetto del susseguirsi dei vari azionamenti dell'attrezzatura di lavoro. Da ciò ne deriva che alla massima profondità di scavo si affiancano ulteriori parametri fondamentali di valutazione; fra questi, la distanza massima di scavo sul piano di lavoro, I'altezza massima di scavo e l'altezza massi­ma di carico. Da tenere in considerazione è anche l’ingombro di rotazione della macchina, anche alla luce del frequente impiego in ambito urbano degli escavatori gommati, che pur non modificando l'ampiezza dell'arco di lavoro può in determinate circostanze – ad esempio in presenza di barriere che impediscano parzialmente la rotazione – può influire sulla effettiva capacità operativa della macchina: quanto più questo sarà contenuto, infatti, tanto più la macchina sarà in grado di operare al massimo delle sue potenzialità anche in spazi ristretti.

La forza di strappo è la forza che, appli­cata all'estremità della benna, ne contrasta la rotazione determinata dal relativo cine­matismo per effetto dell'azionamento del cilindro idraulico. La forza di strappo dipen­de dalla spinta del cilindro benna, dalle caratteristiche dimensionali dell’azionamento e dal raggio di apertura della benna. A parità di spinta del cilindro e di geometria dell’azionamento, la forza di strappo risulta tanto più elevata quanto minore è il raggio di apertura della benna. L’adozione, ormai comune, della cosiddetta funzione “boost” – che permette di superare temporaneamente la pressione idraulica massima consentita – offre un margine di potenza in più utile per applicazioni più impegnative. La forza di penetrazione è invece la forza che, applicata all'estremità della benna, contrasta la rotazione del gruppo avambraccio - benna determinata dall'azionamento del cilindro idraulico di penetrazione. A parità di spinta del cilin­dro idraulico di penetrazione e del relativo braccio di leva la forza di penetrazione dipende dalla lunghezza dell'avambraccio e dalla posizione rispetto all'avambraccio stesso in cui la benna sviluppa la mas­sima forza di strappo. Anche in questo caso, l’adozione del cosiddetto boost permette di aumentare temporaneamente la forza di penetrazione. Un’osservazione importante: sia la forza di strappo che la forza di penetrazione non sono costanti, ma tendono al contrario a variare lungo l’arco di azionamento della macchina.

La capacità di sollevamento, infine, è la forza verticale che l'escavatore idraulico è in grado di esercitare attraverso l'attrez­zatura di lavoro. Questo specifico parametro può essere riferito al centro dell'articolazione tra benna e avambraccio, al centro del dispositivo d'aggancio previsto sul fondo della benna, o al centro del dispositivo di aggancio previsto sul braccetto di rinvio della benna. È opportuno sottolineare che la capacita di sollevamento non è un valore univoco, ma al contrario varia da punto a punto dell'arco di lavoro ed è condizionata sia da limi­ti operativi che dipendono dalle caratteristiche geometriche e idrauliche dell'attrezza­tura di lavoro, sia dai vincoli di stabilità com­plessiva della macchina.

 

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