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La minigrù Jekko JF545
25/10/2017
Pubblicato da Redazione
L’incontro di due differenti concetti nel campo del sollevamento per creare nuovi scenari e nuove opportunità d’applicazione: parte da questa prospettiva il concept della JF545, che si è presentata sul mercato con il chiaro obiettivo di avvicinare e rivoluzionare l’ambiente delle minigrù e delle gru articolate. Sviluppata da Jekko, specializzata a livello internazionale nel settore delle minigrù, in partnership con Fassi, infatti, questa macchina rompe gli schemi tradizionali del sollevamento portando su cingoli quello che da sempre ha una naturale applicazione su camion: la gru articolata.
E come sempre, cambiando la prospettiva, si scopre un mondo completamente nuovo, come nuove sono le opportunità d’impiego, le potenzialità, le infinite applicazioni di uno strumento che unisce i punti di forza di contesti diversi. “La cultura della minigrù – spiega Diego Tomasella, AD di Jekko – compie un importante passo di avvicinamento verso quella della gru articolata per presentare un prodotto innovativo, semplice nell’uso, alla portata di un mercato più ampio e continuamente alla ricerca di nuove soluzioni, in particolare sul fronte della manutenzione e del service, in contesti logistici e ambientali sempre più complessi”.
È evidente che proprio l’impiego della gru articolata rappresenti una caratteristica fondamentale di questo mezzo, che presenta una doppia articolazione del braccio base a cui si può aggiungere l’impiego di un jib che porta a tre gli snodi complessivi, permettendo una varietà e una vastità d’utilizzo rispetto alla tradizionale minigrù con il tipico braccio telescopico con sfili a catena. La JF545 è una macchina che può lavorare in orizzontale, verticale, sorpassare, aggirare, impiegare il gancio diretto oppure il verricello. È anche possibile utilizzare una piattaforma idraulica da tre persone in caso di uso su doppia articolazione e un cestello da due persone in caso di sfruttamento del jib, per quote fino a 31 m.
Da evidenziare anche il fatto che la JF utilizza un limitatore di momento rispetto al limitatore elettronico normalmente impiegato su una minigrù. Ciò semplifica l’utilizzo poiché il feed back della macchina avviene sul riferimento della pressione (max. 345 bar) e non su input/output software. Pertanto, quando la macchina è stabilizzata al 100% può lavorare a 360° sfruttando la massima pressione. In alternativa, tenuto conto della posizione degli stabilizzatori e della conseguente linea di ribaltamento, viene automaticamente calcolato uno dei quattro “stability level”, dove 1 è il livello minimo di stabilità e 4 il massimo, in riferimento appunto a quattro differenti classi di pressione. Questo significa che l’operatore – con un semplice output grafico basato sui quattro livelli – può disporre di infinite possibilità di sollevamento in base all’area di stabilizzazione e, ovviamente, tenuto conto dei vincoli normativi di sicurezza.
Questa macchina ha la possibilità di impiegare una zavorra di 35 q con un sistema automatico di sganciamento grazie a un pianale basculante che idraulicamente intercetta la zavorra, il tutto gestito da radiocomando. L’operatore, a questo punto, deve semplicemente rimuovere dei perni di bloccaggio e sganciare direttamente la zavorra. Ciò diventa utile in situazioni di spazi ristretti e logistiche limitate quando l’impiego della zavorra non è necessario. Ma non è tutto, perché una volta rimossa la zavorra il pianale basculante può essere impiegato per caricare e trasportare fino a 35 q di materiale opportunamente fissato e agganciato.
La JF545 dispone sia di un propulsore diesel Kubota da 55 kW che di un motore elettrico trifase da 13 kW: l’operatore, a seconda delle situazioni e delle esigenze, può facilmente switchare da una soluzione all’altra con una notevole flessibilità d’impiego, per uso sia interno che esterno.