Notizie \ Edilizia \ Le nuove frontiere della stabilizzazione a calce

Le nuove frontiere della stabilizzazione a calce

29/05/2024

Pubblicato da Redazione

  • Le nuove frontiere della stabilizzazione a calce

Dalla collaborazione tra l’Associazione dell’Industria Italiana della Calce e delle Malte (CAMA), ANCE Sicilia, Bomag Italia, Trio e Consorzio L&R – Laboratori Riuniti è nata l’idea di dar vita a un convegno incentrato sull’importante tema della stabilizzazione a calce dei terreni. Il convegno è previsto per la giornata di venerdì 31 maggio presso la sede dell’ESEC (Ente Scuola Edile di Catania) e l’obiettivo sarà quello di presentare un’analisi dello stato dell’arte nel campo delle infrastrutture, passando attraverso una presentazione dei primi risultati dell’attività di ricerca sulla stabilizzazione delle ceneri dell’Etna. Nel corso del convegno sarà inoltre mostrata una valutazione sulla riduzione delle emissioni di CO2 nel passare da opere in terra con materiali tradizionali provenienti da cava all’utilizzo di quelli di risulta dalle attività di cantiere stabilizzate a calce.

 

Sono contento che la mia Regione ospiti un cConvegno di tale spessore per il nostro settore. Come presidente e amministratore delegato della Leone La Ferla, azienda specializzata nel settore della cottura della calce e punto di riferimento per la piccola industria siciliana, ritengo fondamentale portare all’attenzione delle istituzioni, sia locali che nazionali, l’importante ruolo della calce nella stabilizzazione dei terreni. Per questo ringrazio Stefano Ciufegni, Italferr e ANAS per il loro importante contributo di carattere scientifico e Giacomo Russo dell’Università Federico II di Napoli per la sua preziosa attività di ricerca scientifica sulla stabilizzazione delle ceneri vulcaniche, che sarà presentata proprio in occasione dell’evento”, ha affermato Leone La Ferla, presidente dell’Associazione dell’Industria Italiana della Calce e delle Malte (CAMA).

 

Sono onorato di essere stato invitato a partecipare al convegno - ha dichiarato il Prof. Russo - perché ritengo che il trattamento a calce dei terreni sia un metodo di riuso dei terreni di scarto che trova sempre maggiore consenso nella pratica delle costruzioni delle grandi infrastrutture civili. La richiesta di sostenibilità delle grandi opere comporta, infatti, la valorizzazione di tutti i materiali che si rendono disponibili durante le fasi di costruzione, nella direzione dell’azzeramento degli scarti. In tal modo si può da una parte minimizzare lo sfruttamento di siti di approvvigionamento, dall’altra concentrarsi sulla ricerca e la coltivazione di siti di deposito, con notevoli vantaggi in termini di salvaguardia del territorio, riducendo peraltro emissioni in atmosfera e costi legati alle operazioni di trasporto. Negli ultimi anni la ricerca scientifica ha consentito una sempre maggiore comprensione dei fenomeni indotti dal trattamento a calce dei terreni di scarto e dei benefici che il trattamento comporta in termini di proprietà geotecniche, consentendo peraltro di estendere la tecnica ai terreni finora considerati non idonei al trattamento, come ad esempio i terreni di origine vulcanica, estremamente diffusi nell’area Centro-sud del Paese. Gli studi sperimentali per la selezione delle miscele e la definizione delle procedure di posa in opera e di controllo della costruzione sono attualmente avanzate al punto da garantire ottime prestazioni e durabilità delle opere realizzate con terreni trattati a calce”.

 

Con il Dott. La Ferla parlavamo da tempo di dar vita a un convegno sul tema della stabilizzazione a calce dei terreni per le grandi opere infrastrutturali – ha dichiarato invece il coordinatore scientifico del convegno, Stefano Ciufegni - ma volevamo che, oltre a presentare le esperienze già realizzate, fossero messe in evidenza le novità e le ricerche in corso. Inoltre, ritengo opportuno evidenziare come, nell’imminenza della pubblicazione dei CAM per le opere infrastrutturali, questa pratica, già usata dai romani, possa contribuire in maniera significativa alla transizione ecologica in cui oggi tutti siamo impegnati, presentando uno studio di un caso reale sulla importante riduzione di emissioni di CO2. Da queste riflessioni nasce dunque anche il titolo del convegno".

 

Tra i partecipanti alla tavola rotonda, presieduta dal Dott. Leone La Ferla, l’Ing. Donato Ludovici (direttore di Ingegneria delle Costruzioni di Italferr), l’Ing. Luca Bernardini (direttore tecnico ANAS) e alcuni rappresentanti delle istituzioni locali, regionali e nazionali, tra cui l’On. Giuseppe Carta, presidente della Commissione Ambiente e Territorio della Regione Siciliana. Il convegno sarà patrocinato dalla Regione Siciliana (Assessorato Regionale Acqua e Rifiuti), dall’Ordine Nazionale dei Geologi (ONG) e dall’ALGI (Associazione Laboratori Geotecnici Italiani).

Condividi ora